Si parla tanto di 5G e rischi per la salute, ma sono davvero concreti? Approfondiamo la questione riportando un’intervista a Nicola Blefari Melazzi, direttore generale del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni)
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Dal 3 al 5 Dicembre 2019, Roma ospiterà l’evento 5G Italy (al quale saremo presenti), si tratta probabilmente dell’evento dedicato a questo mondo più importante. Si svolgerà presso la sede del CNR e uno degli argomenti più importanti che saranno trattati sarà proprio quello che sta destando preoccupazioni a molti: 5G & salute.
Questo tema non è nuovo sulle nostre pagine, lo avevamo già trattato nei mesi scorsi con un lessico volutamente semplice e alla portata di tutti, ma oggi vogliamo un po’ approfondire, riportando dei dati più concreti e una interessante intervista di Nicola Blefari Melazzi, direttore generale del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) effettuata dai colleghi di Key4biz.
Il 5G fa male? Cosa dice l’Istituto Superiore di Sanità?
Nel Marzo 2019, i colleghi di Key4biz, hanno ascoltato le parole di Alessandro Polichetti uno degli esperti più autorevoli dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), esso ha dichiarato “Per quanto riguarda gli effetti sulla salute attualmente noti dei campi elettromagnetici,[…] le nuove tecnologie di telecomunicazione 5G non porranno prevedibilmente nessun problema come nel caso delle attuali tecnologie 2G, 3G e 4G.”. Polichetti ha inoltre chiarito che un maggior numero di antenne non deve preoccupare: non saremo sottoposti a maggiori esposizioni, anzi, le onde millimetriche e ad alta frequenza penetrano meno. Per cui, per quanto ne sappiamo, ad oggi non sono noti rischi per la salute.
Nella figura è messo a confronto il fascio di radiazione emesso da una stazione radio base 4G e da una 5G. Cosa si vede: nel primo caso si ha un diagramma di irradiazione fisso. Il raggio di esposizione di una stazione base 4G è maggiore rispetto al 5G e il fascio di radiazione si propaga anche su persone, animali e oggetti che non utilizzano la tecnologia 4G. Invece per la stazione radio base 5G il diagramma di irradiazione è dinamico e indirizzabile verso l’utente: infatti, si vede bene che ogni servizio vede unicamente una “porzione virtuale” della rete (slice) e tutti i soggetti che in quel momento non richiedono una connessione mobile di quinta generazione non sono interessati dal fascio di radiazione. Ecco perchè l’ISS spiega “se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse” rispetto alle attuali antenne 4G.
L’intervista a Nicola Blefari Melazzi, direttore generale CNIT: ‘Più antenne 5G, minori emissioni. E’ la base delle reti cellulari’.
Il professore Nicola Blefari Melazzi del CNIT nell’intervista a Key4biz che vi abbiamo preannunciato in apertura chiarisce perfettamente quanto già detto in precedenza: potete leggerla integralmente direttamente nelle pagine di Key4biz, che lo ha intervistato.
Questo e tanti altri argomenti saranno approfonditi nel corso della conferenza 5G Italy in programma il 3, 4 e 5 Dicembre a ROMA, presso il CNR.
Per ulteriori informazioni e/o partecipare all’evento è possibile visitare il sito ufficiale di 5G Italy.