Un gruppo composto da sette aziende cinesi colpite dal massiccio ban di vendita da Amazon, ha avviato una class action contro il colosso dell’e-Commerce
Continua la lotta tra Amazon e alcune aziende cinesi che sono state colpite dal ban di massa attuato dal gigante dell’e-Commerce negli ultimi mesi. Da aprile, Amazon ha rimosso dal suo store oltre 600 aziende cinesi e oltre 3000 venditori. La motivazione che ha spinto il colosso americano ad effettuare questi provvedimenti va ricercata nel fatto che queste aziende cinesi hanno dato incentivi ad alcuni utenti per ottenere in cambio recensioni positive. Tuttavia la questione non si è ancora risolta perché molte delle aziende interessate dal provvedimento di Amazon hanno citato in giudizio quest’ultima. Il 13 settembre è stata presentata presso la Corte distrettuale della California, una class action sottoscritta da sette aziende cinesi, tutte colpite dal ban di Amazon. Il gruppo, composto da Angelbliss, Cstech, Deyixun, Recoo Direct, Slaouwo, Sopownic e Tudi ha chiesto il recupero di fondi che al momento sarebbero trattenuti illegalmente e impropriamente da Amazon. La class action inoltre cita la volontà di fermare qualsiasi ulteriore appropriazione e uso illegale di fondi che sono dovuti a migliaia di venditori e commercianti di Amazon.
La questione è però più complessa di quanto sembri perché Amazon prevede dal 2016 un regolamento che vieta le recensioni “incentivate” dei prodotti venduti sul proprio store. Inoltre l’accordo che le aziende firmano per vendere con Amazon prevede che quest’ultima possa decidere se trattenere i fondi o meno a seguito di un mancato rispetto delle regole di vendita. Di contro le aziende firmatarie della class action hanno obiettato che Amazon, essendo incaricata della distribuzione dei prodotti in base all’accordo Fulfillment by Amazon, avrebbe dovuto sapere che i venditori inviavano carte regalo ai clienti che pubblicavano recensioni positive e che quest’ultima stia trattenendo fondi di centinaia o migliaia di dollari. Queste complicanze stanno ovviamente facendo allungare la durata della questione che potrebbe però vedere un esito in base al risultato della class action.