Dal ddl Dara saranno colpite anche le consegne domenicali effettuate dagli e-commerce in alcune zone d’Italia: bentornato, medioevo!
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Si continua a parlare di chiusure domenicali, come se questo fosse il vero problema della nostra nazione. La notizia di oggi deriva da Andrea Dara (Lega) che è il firmatario della bozza del decreto legge che regolamenterà le aperture domenicali in Italia, il quale dichiara: «L’accordo sulle chiusure tra Lega e Cinque Stelle varrà anche per le consegne online. Nella bozza la dicitura vendita al dettaglio comprende anche le vendite dell’e-commerce».
Con questa legge i negozi fisici potranno restare aperti 26 domeniche su 52, scelte da regioni, associazioni di categoria e rappresentanti sindacali, mentre dovranno restare chiusi in almeno 8 delle 12 festività laiche e religiose.
Condizioni particolari sono riservati alle zone turistiche, centri storici e negozi di vicinato. Nelle zone turistiche saranno le regioni a decidere come distribuire le 26 domeniche di apertura in base ai mesi di maggiore afflusso: da aprile a settembre al mare e ai laghi; da dicembre a marzo e da luglio ad agosto in montagna. I negozi dei centri storici potranno restare sempre aperti, eccezion fatta per le festività nazionali.
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Per quanto riguarda il commercio online, invece, sembrerebbero vietate le consegne domenicali che alcuni store avrebbero iniziato ad offrire in alcune zone d’Italia.
A nostro parere si tratta di un Ddl poco equo e “medievale“: chi ha un negozio in centro potrà rimanere sempre aperto, altrove invece si chiude per la metà delle domeniche. Senza considerare tutte le altre categorie di lavoratori che di domenica lavorano regolarmene (ristoratori, forze armate, medici, infermieri ecc…). Quindi, se faccio il commesso da H&M la domenica mi “merito” di rimanere a casa, mentre se faccio il cameriere in un ristorante, no?
E perchè inoltre andare a danneggiare il mondo del commercio online, unico in crescita in Italia, andando a limitare le consegne domenicali che con una lentezza impressionante stanno iniziando ad apparire nel nostro paese, causando così licenziamenti nel settore della logistica?
Non sarebbe più facile andare a verificare che i datori di lavoro rispettino il tetto di ore massimo giornaliero per ogni lavoratore, piuttosto che imporre orari di apertura e leggi poco utili alla comunità?
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