C’è l’OK a FiberCop, TIM avrà la maggioranza sulla nuova rete unica che nascerà dalla fusione con Open Fiber e non solo
Fine Agosto caldissimo per l’ultrabroadband italiano visto che proprio questa TIM si porta a casa la rete unica che nascerà dalla sua con quella di Open Fiber, grazie a FiberCop.
Ma andiamo con ordine e spieghiamo il tutto in modo semplice e lineare.
Sta per nascere una nuova rete unica in Italia, la finalizzazione delle operazione dovrebbe avvenire entro Marzo 2021, e i principali protagonisti di questa operazione saranno TIM, che ne deterrà la maggioranza, ben il 50,1%, ottenuto grazie ad un ottimo lavoro dell’AD Gubitosi ed Open Fiber, la “fibra di Stato” che ormai da alcuni anni sta cablando in Fibra Ottica FTTH le nostre città.
La nuova rete, nel suo stadio finale, si chiamerà AccessCo e fornirà in wholesale (cioè, letteralmente “all’ingrosso”) connettività a tutti i gestori che già conosciamo o che eventualmente vedranno la luce in futuro.
Prima però c’è da costituire FiberCop. Quest’ultima vede “protagonista” Anche Fastweb, grazie alla rete costruita insieme a TIM con FlashFiber, una join venture (cioè un unire le forze tra due aziende) tra i due gestori. FiberCop si costituirà entro Marzo 2021, sarà controllata al 58% da TIM, al 37,5% dal fondo Americano KKR e per il rimanente 4,5% da Fastweb. Costituita FiberCop, ci sarà la fusione con Open Fiber, fusione in cui TIM avrà la sua maggioranza con il 50,1%. Dopo, con molta probabilità, Enel cederà la sua parte ad un fondo australiano.
Cosa porteranno in concreto FiberCop e AccessCo?
Secondo l’annuncio di TIM, con FiberCop l’obiettivo è quello di portare la FTTH in almeno il 56% dei comuni in aree nere e grigie entro il 2025, mentre nelle aree bianche si continuerà ad investire sulle linee fibra misto rame FTTC, seppur l’obiettivo finale è ovviamente di convertire in fibra tutte le linee attualmente in rame. Dal lato suo, Fastweb continuerà con il suo progetto di coprire il territorio italiano in FWA, anche con l’aiuto del 5G.
Resta però da capire come si gestiranno le reti FTTH di proprietà Infratel (quindi, del MISE e non di Open Fiber) ma la strada è ancora lunga e ci sarà tanto da capire, da approfondire e valutare, prima di dare un giudizio positivo o negativo a questa operazione.