Al convegno 5G Italy, il ministro Paola Pisano si dichiara favorevole a investimenti nell’infrastruttura per essere competitivi in questo mercato digitale
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E’ in corso in questi giorni a Roma il convegno 5G Italy, ospitato nella sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). E’ iniziato il 3 dicembre e si svolgerà fino al 5 del mese. Saranno 3 giorni pieni di interventi illustri, dal settore dell’imprenditoria e della politica.
Quest’ultimo ha visto protagonista la nostra ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, che ha avuto modo di illustrare quali siano le intenzioni del Governo in tale senso e ha chiarito cosa è necessario fare affinché l’Italia possa approcciarsi alle nuove frontiere della tecnologia.
Per la nostra ministra, sarà importante per l’Italia, assieme ai Paesi d’Europa, investire molto in questo settore per poter competere con i colossi USA e Cina. L’europa dovrà far fronte comune ed essere unita anche nella ricerca e nello sviluppo delle nuove tecnologie per non rimanere indietro rispetto agli altri Paesi attualmente leader di questo mercato digitale. Tecnologie come un cloud proprietario ed l’intelligenza artificiale sono fondamentali allo sviluppo di un Paese che sia al passo con i più alti standard in materia di sicurezza crittografica che mantenga al sicuro i dati dei propri cittadini.
“L’Italia” – ha continuato Pisano – “deve esigere di diventare un’economia digitale e competitiva nell’ecosistema Europa, è importantissima la digitalizzazione degli enti, della pubblica amministrazione, delle aziende”.
Secondo la ministra, in Italia sono necessarie strategie e leggi simili a quelle degli altri Paesi membri della UE che sburocratizzino in materia di sviluppo, ai fini della competitività già citata, e che regolino in materia di emissioni elettromagnetiche; quest’ultimo punto costituisce un tasto dolente nel nostro Paese visti i recenti avvenimenti in alcuni comuni che hanno ordinato il divieto a posizionare antenne 5G e per Pisano è solo demagogia cedere a queste paure che, al momento, sono infondate e su cui il Governo (e la ricerca scientifica, nda) sta dibattendo costantemente.