Webcam accesa durante le videochiamate? Meglio di no, a spiegarci il perché è l’università americana di Purdue. Ecco lo studio condotto
La fruizione di internet inquina l’ambiente, è risaputo, ma cosa inquina di più? A darci delle spiegazioni è l’università americana di Purdue. Con la pandemia, l’utilizzo di applicazioni come Zoom, Google Meet e simili, è aumentando sensibilmente, e con esso, anche l’inquinamento: dallo studio condotto scopriamo che un’ora di videoconferenza fa emettere al computer fra i 150 e i 1.000 grammi di anidride carbonica e richiede fra i 2 e i 12 litri di acqua. Numeri da capogiro, ma cosa possiamo fare per ridurre l’impatto sull’ambiente? Dalla ricerca condotta dall’universita di Purdue, è emerso che spegnere la webcam durante le videochiamate può ridurre del 96% l’inquinamento emesso.
Le videochiamate, tuttavia, non sono l’unica fonte di emissioni nocive: un altro nemico dell’ambiente? Lo streaming in alta defizione. In questo periodo di pandemia, tutti noi abbiamo visto film e serie TV su siti come Netflix, inconsapevoli dell’inquinamento arrecato all’ambiente. Lo studio, conferma infatti, che l’utilizzo dello streaming in alta definizione inquina notevolmente, registrando numeri di C02 pari a quelli emessi dalle videoconferenze. Fortunatamente, contribuire alla decrescita delle emissioni nocive è possibile anche in questo caso: non vi consigliamo di certo di smettere di guardare film e serie, ma come riportato dallo studio di Kaveh Madani, ridurre la qualità dello streaming (da alta definizione a standard) riduce sensibilmente l’emissione di anidride carbonica.
“Sappiamo dell’impatto ambientale positivo portato dall’abbandono della carta, ma nessuno conosce il vantaggio nello spegnere la videocamera o nel ridurre la qualità dello streaming. Quindi, senza il consenso degli utenti, queste piattaforme stanno aumentando l’impatto ambientale dei singoli utilizzatori”, ha detto Kaveh Madani che ha condotto lo studio.