Grossi guai con il fisco per il popolare e-commerce “Gli Stockisti” 18 arresti e evasione per 50 Milioni di Euro, ma gli ordini dovrebbero essere al sicuro
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Che mazzata oggi per uno degli e-commerce più popolari e sicuri del web: parliamo de “Gli Stockisti” un punto di riferimento ormai noto da anni a tutti gli appassionati di tecnologia e risparmio, ovvero gran parte dei nostri lettori, noi compresi.
Ma cosa è successo? Secondo quanto riportato dalla fonte (Rai News) la Polizia di Stato e l’Ufficio delle Dogane di Roma stanno eseguendo diverse misure cautelari per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale: si parla di ben 18 arresti (10 già effettuati, 8 persone risultano essere latitanti) e di oltre 50 Milioni di Euro di imposte (IVA) non versate alle casse del governo Italiano.
In parole molto semplici, STK Europe Ltd, società di origine Maltese, lavorava sul mercato Italiano tramite “strani giochi” di cambi società intermediaria continui utili ad ingannare i controlli del fisco. Il risultato che ne è conseguito è un non pagare l’ IVA.
Che rischi corre chi ha un ordine attualmente in corso? Secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda, nessuno. Le spedizioni infatti continueranno regolarmente per gli ordini che attendono di essere spediti e saranno accompagnati da tutti i documenti fiscali. Non sarà invece possibile realizzare acquisti, in quanto il sito è stato oscurato dalla Polizia Postale (A dire il vero, tramite i DNS di Google noi lo raggiungiamo tranquillamente, si tratta di un blocco a livello DNS, ndr.)
Ulteriori parole di rassicurazione arrivano da Nicola Zupo, Dirigente del Compartimento Polizia Postale che all’ AGI dichiara l’azienda come non sotto sequestro e quindi ancora in piena attività, seppur con il sito oscurato e con procedimenti giuridici e penali in corso.
E la garanzia dei prodotti? Se l’azienda dovesse venir chiusa definitivamente, sarà un bel terno al lotto: in teoria avendo una regolare fattura tutto dovrebbe andare bene presentandosi presso un centro assistenza autorizzato dal produttore del proprio dispositivo.
Legalmente parlando invece, “la garanzia prevista, detta appunto garanzia “di legge”, deve essere riconosciuta dal rivenditore, che poi è colui che ha stretto con l’acquirente il contratto di compravendita.” per cui il produttore non è assolutamente obbligato a fornire una propria garanzia, o potrebbe offrirne di meno (1 anno ad esempio), specie su prodotti con garanzia non Italiana. In ogni caso, al momento non c’è da preoccuparsi per tale ipotesi: l’azienda è ancora attiva, e il caso varia da produttore a produttore, dubitiamo di vedere dispositivi respinti entro i classici 2 anni.
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Cosa ne pensiamo noi? Difficile esprimersi, sul web se ne leggono di tutti i colori: chi condanna Gli Stockisti e chi condanna lo Stato. Una cosa è però certa: le leggi vanno rispettate e chi sbaglia va punito nei termini di legge.
Poi che l’Italia sia uno dei paesi con la pressione fiscale più alta d’ Europa non è certo una novità, ma la soluzione non è certo non pagare le tasse con strani giochetti, quasi come fosse una forma di ribellione.
Sicuramente ci dispiace, era uno dei nostri punti riferimento per il risparmio praticamente da sempre, non sappiamo se lo rivedremo mai operativo o se questo si ricorderà come il giorno d’addio. Adesso sarà tutta da vedere, e probabilmente le cose andranno per le lunghe.
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