Nel mirino sono finiti i termini del servizio, ritenuti poco chiari, oltre alla scarsa protezione per i minorenni e ambiguità sulla raccolta dei dati personali
La tempesta che nelle ultime settimane si è abbattuta su TikTok sembra ben lungi dal placarsi e questa volta le accuse piovono direttamente dall’associazione dei consumatori europea (BEUC), che raccoglie 46 diverse organizzazioni, e da 15 associazioni indipendenti, facenti parte dell’Unione Europea e della Svizzera.
Ad essere contestati, stavolta, sono i termini di utilizzo dell’applicazione. La BEUC e le altre associazioni contestano infatti l‘utilizzo di una forma scritta poco chiara, ambigua, che non specifica nulla in merito ai dati personali raccolti, né all’utilizzo che la app ne fa. Inoltre, piovono recriminazioni anche sul fronte della sicurezza; secondo le associazioni non vi è tutela alcuna per i minorenni, esposti non solo a contenuti potenzialmente dannosi sui quali vigono ben pochi controlli, ma anche a pubblicità occulte.
Tutto ciò, per TikTok, si è tradotto in ben 15 denunce presentate alla Commissione Europea.
L’azienda cinese, nel frattempo, si mostra ben disposta al dialogo e mostra la volontà di correggere il tiro:
“Siamo sempre aperti ad ascoltare chi ci permette di migliorare, e abbiamo contattato il BEUC perché saremmo lieti di un organizzare un incontro per ascoltare le loro preoccupazioni.”
Inoltre, TikTok aggiunge anche che sono già state fatte delle importanti modifiche ai termini del servizio, che sono stati riformulati in un linguaggio più semplice che risulti più immediato e comprensibile anche per i suoi giovanissimi utenti.
Anche sul fronte italiano, lo ricordiamo, TikTok si è mostrato disposto a delle modifiche per la tutela dei più piccoli. Si vedrà come l’impegno e le buone intenzioni che provengono dal colosso cinese si svilupperanno in seguito all’incontro con le associazioni, auspicando una vera azione concreta nella difesa degli utenti più vulnerabili.