Tim, Rete Unica verso lo stop: incertezza nel nuovo governo

Il progetto caro all’ex premier Conte e all’ex ministro Gualtieri sembra ad un passo dal naufragare: i nuovi leader di governo, infatti, manifestano la volontà di proseguire verso altre direzioni

A nemmeno un anno dal suo esordio, il progetto di creare una Rete Unica, facente capo a Tim, rischia seriamente di non essere mai portato a compimento.

Nella giornata di ieri, infatti, durante un’audizione, ben due ministri del nuovo Governo si sono mostrati quanto meno scettici davanti alla realizzazione della Rete Unica di Tim. Il nodo della questione risiede fondamentalmente in due ragioni: la prima, il ritardo notevole accumulato sul fronte burocratico; la seconda, l’aperta ostilità davanti all’ipotesi di concentrare il monopolio delle telecomunicazioni nelle mani di Tim, le cui quote di maggioranza sono possedute da stranieri (in particolare, dalla francese Vivendi).

Il ministro Colao non ha speso alcuna parola in favore di Tim. Il suo intervento si è focalizzato sulla candidatura di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) per la leardership della cablatura del territorio italiano.

Parole più dure, invece, sono arrivate da parte del ministro Giorgetti (Ministero per lo Sviluppo Economico, Lega), che ha apertamente preso posizione contro Tim, sostenendo che la Rete Unica non può essere detenuta da un’unica azienda privata, con quote di maggioranza estere, ma che dovrebbe essere guidata dallo Stato, confermando quindi il suo supporto a CDP.

Anche Forza Italia è intervenuta nel dibattito, avallando le posizioni di Giorgetti e schierandosi a muso duro contro Vivendi, da mesi in conflitto con la famiglia Berlusconi. Inoltre, come è da sempre noto, FI punta alla salvaguardia degli interessi di Mediaset in materia di palinsesto e trasmissione degli eventi calcistici, i cui diritti sono stati oggetti di discussione nelle ultime settimane.

Tutto questo si è tradotto per Tim in una perdita del 7% delle azioni in Borsa, il cui titolo è stato sospeso per la notevole perdita di punti percentuale.

Insomma, il destino della Rete Unica di Tim sembra essere segnato, con la chiara opposizione del Governo, nonostante ancora non ci siano azioni certe nei confronti del gestore. Non resta che seguire la vicenda e capire verso quale direzione andrà lo sviluppo digitale italiano.

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