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WhatsApp e le spunte blu: le proteste dilagano. La nostra critica riflessione a riguardo
Noi di Tariffando ci occupiamo di risparmio, potrebbe sembrare fuori luogo un editoriale su WhatsApp, ma pensandoci bene non lo è: quanti soldi ci ha fatto risparmiare ultimamente? Dalla domanda alla risposta passa davvero poco e così questo articolo/riflessione trova subito posto in questo blog.
Il motivo per cui ne parliamo, con occhio necessariamente critico, lo conoscete già. Scegliamo la via della critica perchè ormai sapete tutti che quando le spunte diventano blu, WhatsApp ci informa della lettura del messaggio inviato. Tutto ciò in italia si traduce in paura. altrove in servizio utile.
Si tirano fuori paroloni come: “privacy”, “perdere la libertà”, “dover rispondere quando non si ha voglia” o addirittura “perdere amici e fidanzata”.
La personale opinione di chi scrive sarà schietta: ma che avete da nascondere? Potrei tirare fuori la privacy ad esempio, bè una violazione della privacy è se gli altri riuscissero a vedere il contenuto del mio telefono, non che li sto ignorando.
Che poi parliamoci chiaro: Ultimo accesso o no, spunte blu o meno, se non si vuole rispondere a qualcuno e dopo 10 ore non lo si è ancora fatto un motivo significherà, gli altri non sono mica stupidi da aver bisogno di una conferma. In secondo luogo, tutto questo nascondersi difronte alle evidenze è forse fuori luogo: se non si vuole rispondere a qualcuno di fastidioso, basta avere le palle di dirlo. Se si è impegnati basta non rispondere o farlo successivamente.
In questa nazione siamo ormai abituati a non metterci la faccia, allo scarica barile. Nelle situazioni in cui ci tocca metterla ci troviamo a disagio, sia in ambito informatico che nella realtà. O forse è (anche) un modo per non pensare a problemi ben più gravi che affliggono la nazione. Fatto sta che nel mondo non facciamo una gran bella figura. Le critiche e proteste è bene farle, ma protestare per una semplice app credo sia tra le cose più ridicole che si possa fare.